Gbp-Usd, il dollaro tenta un leggero recupero generando una candela di correzione, per il Cable, prima di un possibile nuovo rialzo; vediamo nel dettaglio l’analisi odierna.
Gbp-Usd: dopo l’inversione di breve periodo avutasi a fine maggio con la rottura rialzista della media mobile, e soprattutto con la violazione del livello di resistenza 1,54, Gbp-Usd ha proseguito il movimento bullish in linea con la debolezza del dollaro americano in questo periodo. In settimana è stata confermata anche la rottura del successivo livello di resistenza 1,56 che diventa ora il primo livello chiave dove ricercare uno storno del prezzo ed un segnale operativo Long. L’idea quindi è quella di approfittare di una momentanea ripresa del dollaro per trovare uno spunto operativo in acquisto, con un buon rapporto r/r, per proseguire il trend rialzista fino alla prima area target 1,5850 che costituisce oltretutto una zona di resistenza molto interessante anche sul grafico settimanale.
Finestra macroeconomica
La settimana in conclusione ha evidenziato un movimento di lateralità per i principali listini azionari (tranne Tokyo che ha fatto registrare pesanti cali) ma anche per alcune coppie valutarie e materie prime del nostro mercato Forex.
Abbiamo avuto due importanti decisioni di tassi di interesse, in Giappone ed in Nuova Zelanda, con una duplice conferma dei livelli precedenti (rispettivamente 0,50% e 2,50%) e della politica monetaria vigente. Il quadro neozelandese, così come presentato ieri dal governatore della RBNZ Mr.Wheeler, risulta essere in graduale miglioramento (nonostante un livello di esportazioni ancora sotto obiettivo a causa della forza della propria valuta). Dal Giappone invece si è assistito ad una forte discesa dell’indice Nikkei che ha cancellato le buone performance ottenute in questi ultimi due mesi.
Abbiamo registrato dall’Australia, Regno Uniti ed USA dei buoni dati dal mercato occupazionale. Lo stesso, purtroppo, non si può dire per l’Europa dove il tasso di disoccupazione viaggia ancora a livelli record e l’outlook non prevede un miglioramento nel breve periodo, come risulta dal report mensile della BCE comunicato ieri.
Proprio in chiusura di settimana abbiamo avuto il Minute della Bank of Japan (che ha evidenziato nuovamente dubbi in merito al raggiungimento del target di inflazione del 2% nei prossimi due anni), il dato sull’inflazione della zona euro (1,4% annuo, in linea con le attese) e dagli Stati Uniti la produzione industriale (invariata in maggio ma sotto le attese) oltre al consueto appuntamento mensile con l’Università del Michigan che ha evidenziato un Indice di Fiducia al di sotto delle previsioni.