Non a caso chiamata anche teoria delle onde, venne sviluppata da Elliott: egli dava molta importanza all’osservazione sistematica dei fenomeni naturali per coglierne i cicli più significativi, così il movimento del prezzo di un qualsiasi strumento finanziario, essendo il prodotto di un’attività umana e quindi soggetto a regole naturali, tende ad esprimere sequenze ricorrenti e di struttura prestabilita, classificabili come onde o impulsi, nel trend intrinseco che può essere ascendente così come discendente, sequenze nel loro insieme riconducibili ad un unico modello di evoluzione generale.
Come accennato, l’ordine ciclico generale si riflette in “ondate” o impulsi di differente struttura, durata, e complessità , ma nel loro complesso caratterizzati da una rilevante regolarità di fondo che permette di approcciarvisi con un analisi tecnica decisamente precisa che permette all’analista scrupoloso di cogliere con sufficiente anticipo i segnali di avvicinamento ed inizio delle principali sei fasi di trend descritte e studiate dallo stesso Dow.
Il modello di base di Elliott
Considerando un grafico lineare semplice rialzista, definiamo impulsi gli elementi 1,2,3,4,5 e correzionigli elementi a,b,c
A sua volta ogni elemento può essere sviluppato ulteriormente ingrandendo la diramazione
Considerando un grafico lineare semplice rialzista, definiamo impulsi gli elementi 1,2,3,4,5 e correzionigli elementi a,b,c
A sua volta ogni elemento può essere sviluppato ulteriormente ingrandendo la diramazione.
Lo sviluppo del modello di Elliott
Come desumibile dall’immagine, i primi 8 momenti non sono altro che i primi due impulsi di grado superiore (colore rosso), nonché gli 8 momenti adesso considerati non sono altro che i primi due impulsi di un ulteriore grado (colore verde)
Il ciclo completo di Elliott
Le tre regole fondamentali di Elliott
Si tratta di regole applicabili solo alla fase di impulso di un onda, in quanto le correzioni non sono suscettibili di regole ferree come quelle che concernono gli impulsi.
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L’impulso n°2 non corregge mai il primo: non ne viola in sostanza l’origine e ne supera il massimo nel successivo impulso n°3
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L’impulso n°3 è normalmente il più impetuoso di tutti e cinque e pertanto di lunghezza maggiore
- L’impulso n°4 non può mai violare il massimo del n°1 e ritracciarvi oltre. Se ciò avvenisse, allora potrebbe essere che si tratti di una parte del precedente impulso n°3
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Autore
Lorenzo Zardi, Dott in Economia e Finanza