ENI non riesce a beneficiare del rimbalzo dei prezzi del petrolio, pagando pegno in avvio di settimana anche allo stacco del dividendo.
ENI al pari delle altre blue chips ha vissuto un inizio 2016 molto difficile, con una forte discesa dei corsi da poco sotto i 14 euro fin poco più in basso degli 11 euro. Dai minimi di febbraio è partito un bel recupero che ha spinto il titolo ad un soffio dai 15 euro, con successivo ripiegamento che vede ora le quotazioni posizionate al di sotto di area 13 euro.
ENI è scivolato al di sotto della media mobile a 200 periodi che transita poco più in basso dei 13,5 euro e almeno per il momento non sembra inviare alcun segnale di inversione della tendenza in atto.
Le banche d’affari nel complesso hanno giudizi positivi sul titolo, basti pensare a quello espresso oggi da Goldman Sachs che vede in ENI uno dei temi preferiti nel settore di riferimento, con una raccomandazione buy e un prezzo obiettivo a 14,7 euro.
Graficamente per il titolo non appare ben impostato e la discesa in atto potrebbe proseguire verso area 12,5 euro, dove i corsi potrebbero tentare di dare vita ad una reazione.
Operativamente si può intervenire al rialzo su tenuta dei 12,5 euro, con stop stretto a 12,15/12,1 euro e obiettivo a 13 euro prima e a 14 euro in seguito.